Jacopo Mazzonelli
Harmonices13 May ︎︎︎ 30 September 2021
di Jessica Bianchera
Harmonices Mundi (Le armonie del mondo) è un trattato in cinque capitoli del 1619 in cui Johannes Kepler discute alcune analogie fra l'armonia musicale, la congruenza nelle forme geometriche e i fenomeni fisici, dedicando i primi due capitoli alla geometria e all’architettura, gli ultimi due alla metafisica e all’astronomia (qui si trova l'enunciazione della sua terza legge sul moto dei pianeti) e il terzo, quello mediano, alla riflessione teorico-musicale assegnando a questo libro la funzione di raccordo tra la “speculazione astratta” della geometria e la concretizzazione degli archetipi geometrici nel mondo fisico.
È in questo capitolo che la riflessione di Keplero assume la struttura di un vero e proprio trattato musicale sul modello di quelli rinascimentali, dove la “musica speculativa”, dedicata alla teoria delle consonanze e alla loro deduzione geometrica precede la “musica activa”, dedicata all’esecuzione nelle sue differenze, generi e modi. Così facendo, il pensatore tedesco elabora una vera e propria cosmogonia trasformando appunto un universo di discipline disorganiche, in un cosmo (κόσμος, “ordine”) regolato matematicamente poiché tramite il numero è possibile misurare ogni suo aspetto, anche apparentemente lontano: dai moti dell’animo umano ai moti degli oggetti celesti, dall’anatomia al ciclo delle stagioni, dalla biologia vegetale alle consonanze musicali.
Desumendo il titolo da questo complesso e affascinante trattato, Harmonices riapre la stagione espositiva di Spazio Cordis con una mostra personale di Jacopo Mazzonelli, che raccoglie una selezione di opere recenti e alcuni pezzi inediti.
Harmonices Mundi (The Harmonies of the World) is a treatise in five chapters from 1619 in which Johannes Kepler discusses certain analogies between musical harmony, congruence in geometric forms and physical phenomena, devoting the first two chapters to geometry and architecture, the last two chapters are devoted to metaphysics and astronomy (here we find the enunciation of his third law on the motion of the planets) and the third, the middle chapter, to music-theoretic reflection, assigning to this book the function of linking the "abstract speculation" of geometry and the concretisation of geometric archetypes in the physical world.
It is in this chapter that Kepler's reflections take on the structure of a true musical treatise on the model of those of the Renaissance, where the "speculative music", dedicated to the theory of consonances and their geometric deduction, precedes the "musica activa", dedicated to performance in its differences, genres and modes. In so doing, the German thinker elaborates a true cosmogony, transforming a universe of disorganised disciplines into a cosmos (κόσμος, "order") regulated mathematically, since through number it is possible to measure every aspect of it, even those apparently distant: from the motions of the human soul to the motions of celestial objects, from anatomy to the cycle of the seasons, from plant biology to musical consonances.
Taking its title from this complex and fascinating treatise, Harmonices reopens the exhibition season at Spazio Cordis with a solo show by Jacopo Mazzonelli, featuring a selection of recent works and some previously unpublished pieces.
Mazzonelli basa la sua ricerca sull’interpretazione e sulla visualizzazione della dimensione sonora attraverso sculture, assemblaggi e installazioni che indagano l’ampia zona di confine tra arti visive e musica. La sua ricerca si avvale di tecniche e metodologie mutuate da diverse discipline, ma che hanno sempre al centro una decostruzione (concettuale, linguistica o fisica) del complesso universo sonoro.
Così, in lavori come A(bracadabra) l’artista scompone la tavola armonica di un pianoforte ri-assemblandola e riconducendola alla dimensione del quadro per stimolare la riflessione sulla spazialità dell’evento sonoro (laddove la tavola si palesa come paesaggio sonoro reale e immaginario) e contemporaneamente introducendo l’elemento verbale e l’osservazione della parola come segno e come pura sonorità. La A, punzonata sulla superficie dell’opera, sta infatti per “Abracadabra”, vocabolo in uso nella magia mistica antica che nonostante le etimologie proposte è definito per se stesso inintelligibile e intraducibile: una parola che in un certo senso è un suono puro, vibrazione arcana.
Così, in lavori come A(bracadabra) l’artista scompone la tavola armonica di un pianoforte ri-assemblandola e riconducendola alla dimensione del quadro per stimolare la riflessione sulla spazialità dell’evento sonoro (laddove la tavola si palesa come paesaggio sonoro reale e immaginario) e contemporaneamente introducendo l’elemento verbale e l’osservazione della parola come segno e come pura sonorità. La A, punzonata sulla superficie dell’opera, sta infatti per “Abracadabra”, vocabolo in uso nella magia mistica antica che nonostante le etimologie proposte è definito per se stesso inintelligibile e intraducibile: una parola che in un certo senso è un suono puro, vibrazione arcana.
Mazzonelli bases his research on the interpretation and visualisation of the sound dimension through sculptures, assemblages and installations that investigate the wide borderline area between visual arts and music.
His research makes use of techniques and methodologies borrowed from different disciplines, but which always have at their centre a deconstruction (conceptual, linguistic or physical) of the complex universe of sound.
Thus, in works such as A(bracadabra) the artist breaks dow the soundboard of a piano, re-assembling it and bringing it back to the dimension of the painting to dimension of the painting to stimulate reflection on the spatiality of the sound event (where the board is revealed as a real and imaginary soundscape) and at the same time introducing the verbal at the same time introducing the verbal element and the observation of the word as a sign and as pure sonority. The A, punched on the surface of the work, stands for "Abracadabra", a word used in ancient mystical magic that, despite which, despite the proposed etymologies, is defined as unintelligible and untranslatable: a word that in a certain sense is a pure sound, an arcane vibration.
His research makes use of techniques and methodologies borrowed from different disciplines, but which always have at their centre a deconstruction (conceptual, linguistic or physical) of the complex universe of sound.
Thus, in works such as A(bracadabra) the artist breaks dow the soundboard of a piano, re-assembling it and bringing it back to the dimension of the painting to dimension of the painting to stimulate reflection on the spatiality of the sound event (where the board is revealed as a real and imaginary soundscape) and at the same time introducing the verbal at the same time introducing the verbal element and the observation of the word as a sign and as pure sonority. The A, punched on the surface of the work, stands for "Abracadabra", a word used in ancient mystical magic that, despite which, despite the proposed etymologies, is defined as unintelligible and untranslatable: a word that in a certain sense is a pure sound, an arcane vibration.
In altri casi la funzione semiotica è affidata a espressioni matematiche: in opere come Sound waves o 0,00002 Pascal, l’artista attinge dal suo patrimonio di oggetti ed elegge una serie di desuete copertine di album fotografici in velluto colorato a supporto di corde di chitarra opportunamente tese e rimodellate perché assumano la forma dell’equazione delle onde di D’Alambert nel primo caso e del valore in Pascal assegnato alla soglia dell’udibilità, nel secondo.
Oltre alla fisica del suono e alla relazione tra la sua dimensione intangibile, quella oggettuale (lo strumento) e quella scultorea, al centro della ricerca di Mazzonelli stanno poi il “gesto musicale”, le indagini sulla percezione del ritmo e lo studio sul divenire del tempo, che informano lavori come Étude, in cui l’artista allude al gesto di generazione del suono che scaturisce dalle mani del pianista, innanzitutto come intenzione intellettuale e poi come azione muscolare, cristallizzando tutte le potenzialità possibili del suono prima che esso esista e prenda forma, o come Pendulum music, installazione sonora in movimento costituita da una serie di parallelepipedi (scatole di cartone originariamente contenenti rulli per pianola meccanica), allungati e fissati a parete a uguale distanza per suggerire nella loro suggestiva serialità anomali orologi a pendolo che, attraverso aste di ottone e meccanismi di orologio applicati sul lato inferiore di ogni scatola che si muovono perpendicolarmente al muro, producono un suono delicato a scandire un ritmo cadenzato e ancestrale.
In other cases the semiotic function is entrusted to mathematical expressions: in works such as Sound waves or 0.00002 Pascal, the artist draws on his heritage of objects and elects a series of obsolete photo album covers in velvet as a support for guitar strings, suitably stretched and reshaped to take the form of D'Alambert's wave equation in the first case and the Pascal value assigned to the threshold of audibility in the second.
Beyond to the physics of sound and the relationship between its intangible dimension the object (the instrument) and the sculptural dimension, the focus of Mazzonelli's research is also on the "musical gesture", the investigation of the perception of sound. Mazzonelli's research focuses on the "musical gesture", investigations into the perception of rhythm and the perception of rhythm and the study of the becoming of time, which inform works such as Étude, in which the artist alludes to the gesture of sound sound generation gesture that springs from the pianist's hands, first of all as an intellectual intention and then as a muscular action, crystallising all the possible potentialities of sound before it comes out. potentialities of sound before it exists and takes shape, or Pendulum music, a sound installation in movement consisting of a series of parallelepipeds (cardboard boxes originally containing (cardboard boxes originally containing rollers for a mechanical piano), stretched out and fixed to the wall at equal distances to suggest in their suggestive seriality anomalous pendulum clocks which, by means of brass rods and clock mechanisms applied to the underside of each box, which move perpendicularly to the wall, produce a delicate sound that beats out a cadenced and ancestral rhythm.